Descrizione
Libro del comando è il nome con cui venivano indicati i testi di magia nera contenenti la descrizione dei metodi per conoscere e distinguere gli spiriti benigni e maligni, così come le formule magiche per invocarne l’intervento, al fine di ottenerne l’aiuto per mezzo di «responsi e rivelazioni», la cui circolazione veniva combattuta d’autorità.
Uno dei libri del comando più famosi è il De cerimoniis magicis. Il contenuto di questo testo, che nelle traduzioni italiane viene tramandato come Libro del comando, e consiste in una iniziazione alla magia cerimoniale e all’evocazione degli spiriti.
Esso viene attribuito a Enrico Cornelio Agrippa di Nettesheim, allievo di Johannes Trithemius e uno degli ultimi alchimisti di tradizione medioevale, ma l’attribuzione del testo ad Agrippa è considerata spuria dagli studiosi. Il testo vorrebbe infatti essere il quarto episodio di un’opera concepita in tre libri, il De occulta philosophia libri tres. Il quarto volume sarebbe stato tenuto segreto dall’autore per riservarne l’accesso ai soli iniziati, nel timore che, con la sua divulgazione, potesse essere mal utilizzato o ridicolizzato.
La prima comparsa di questo testo si ebbe a Marburgo, nel 1559, nella già citata edizione, ma tre anni dopo, Johann Wier, allievo di Agrippa e molto vicino al maestro, denunciò subito quel testo come un apocrifo, un giudizio confermato dalle analisi di questo libro che, per stile e contenuto è ben lontano dalla qualità letteraria degli altri tre.
Nonostante l’opinione comune degli studiosi circa la sua non genuinità, il testo ha conosciuto diverse edizioni italiane, anche recenti, che continuano ad attribuirlo ad Agrippa, e rimane uno dei grimori più famosi di epoca medioevale. (Da Wikipedia)
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